La lavorazione dei metalli
Alle origini della storia dell’uomo, le tecniche per la lavorazione dei metalli ebbero uno sviluppo piuttosto lento, anche in relazione ai difficili progressi della metallurgia; ricevettero invece notevole impulso dall’abbandono del nomadismo a favore di uno stile di vita piu’ sedentario.
Il primo metallo ad essere lavorato, a partire dal IV millennio a.C., fu il rame, presente nel terreno o, in piccole pepite, nei corsi d’acqua. L’analisi di resti provenienti dai siti archeologici dell’Asia minore, delle isole del Mar Egeo e del Vicino Oriente ha mostrato che in tale periodo si era gia’ in grado di separare l’argento dal piombo, ed erano note le tecniche di cesello, sbalzo e agemina rimaste in uso sino all’eta’ moderna.
Nel 2500 a.C. i principali procedimenti di lavorazione del rame, ormai sufficientemente affinati, iniziarono a essere applicati anche ai metalli preziosi (come oro e argento) e alle leghe (bronzo). I metodi piu’ diffusi per modellare i metalli erano la forgiatura e la battitura, sia a freddo che a caldo, da cui trassero origine la martellatura e la temperatura, la ricottura, l’affinazione, la macinazione (che getto’ le basi per la lucidatura e la molatura, utili nella fabbricazione degli specchi), l’unione di piu’ fogli di metallo (per mezzo di giunzioni spianate o chiodi e, in seguito, con saldature) e la colata. Queste tecniche costituiscono ancor oggi i procedimenti piu’ usati per la lavorazione artistica dei metalli.
Si ritiene che la maggior parte delle tecniche decorative sia stata elaborata quando, grazie allo sviluppo dei commerci, le materie prime iniziarono a pervenire in abbondanza alle civilta’ urbane ed evolute della Persia, della Mesopotamia e dell’Egitto sudoccidentale: diretta conseguenza fu, quindi, la nascita di nuove categorie di artigiani, quali gli orafi e gli argentieri. Nel tempo, insomma, l’uomo ha utilizzato il metallo per esprimere le proprie ambizioni dimostrando le proprie capacita’ artistiche e creando oggetti anche di grandissimo valore.