I metalli preziosi e l’argento
L’uso dei metalli risale alle origini della storia, e fin dall’epoca delle grandi civilta’ del Medio Oriente i metalli preziosi erano distinti da quelli meno pregiati.
L’oro e l’argento ebbero inizialmente impieghi legati alle pratiche delle varie religioni; con tali materiali venivano prodotti, infatti, gioielli, accessori cerimoniali ed oggetti destinati all’arredo dei templi. In seguito, oltre che per la creazione di monili e ornamenti della persona, questi metalli vennero impiegati nella realizzazione di utensili e attrezzature varie, come ad esempio sostegni per lampade, sedie, letti ed altro.
L’argento, il cui nome deriva dal greco “αργυριον” (legato ad “αργος”: “splendente”, “candido”, “bianco”) e dal latino “argentum”, si trova menzionato gia’ in alcuni testi cuneiformi del III millennio e nel libro della Genesi. In tale periodo l’estrazione dell’argento era una tecnica abituale; presso i Sumeri e le popolazioni che si succedettero in Mesopotamia, i manufatti in argento erano destinati alle classi sociali dominanti.
Nel II millennio si affermo’ tra i mercanti l’uso di piccoli blocchi d’argento come pesi-campione di valore prefissato: si tratto’ del primo passo verso il conio delle monete, una pratica che si affermera’ a partire dall’inizio del VII secolo a.C..
L’argento, a lungo considerato il secondo elemento piu’ prezioso (dopo l’oro), rimase un metallo riservato alla nobilta’ fino a quando, nella Roma repubblicana (509-31 a.C.), divenne ampiamente disponibile, trasformandosi in una merce di scambio e diffondendosi anche tra i ceti meno abbienti.
Nell’Europa medievale l’argento venne utilizzato soprattutto nella produzione di vasellame; i principali giacimenti conosciuti in quell’epoca si trovavano in Austria e in Germania. Dopo il 1550 l’Occidente inizio’ ad impiegare i notevoli quantitativi di argento provenienti dalle miniere spagnole site nei possedimenti dell’America meridionale.